Interno

L'edificio è parzialmente costruito in una caverna, la cui volta gli fa da tetto. All'originaria struttura quattrocentesca si sovrappongono modifiche e ampliamenti apportati del Seicento, grazie alla generosità di molti devoti.

Dell'unica navata, la parte più considerevole è il presbitero, che nella volta a botte mette in bella mostra gli stucchi eseguiti nel 1615 dall'arognese Giovanni Antonio Colomba.

Putti elegantemente longilinei, protesi a reggere il medaglione centrale, volute, festoni di fiori e frutti intrecciati spiccano sul candore del fondo, creando nell'insieme effetti di fasto vivace, ricco senza essere sovraccarico. Nei medaglioni sono affrescati alcuni episodi della vita di Maria. Particolarmente valida è la medaglia centrale con l'Assunzione. L'ignoto artista ha svolto il tema come un evento in atto, fisicamente presente davanti agli occhi di chi guarda: nell'angusta zona inferiore si ammassano gli astanti stupiti, mentre la Vergine si libra, nel cielo, portata da una nube e attorniata da angeli. Alla parete di fondo, che poggia sulla roccia affiorante, è addossato l'altare sette-centesco di marmo policromo. Proprio sopra l'altare si trova la Natività, restaurata da Bruno Abbiati nel 1962.

Anche se risalte al Seicento, l'affresco ha un impianto compositivo di un equilibrio ancora rinascimentale.

Nella parete antistante il presbiterio, la nicchia di destra racchiude la statua lignea seicentesca di San Siro. Vestito di paramenti solenni il Santo è chiaramente identificabile per gli attributi che lo caratterizzano: il pastorale (mozzato) nella mano destra e, nella sinistra, un cesto contenente pani e pesci. e proprio nel giorno di San Siro, che cade il 17 maggio, i devoti si recano all'eremo di San Nicolao per ricevere il pane benedetto.

Sulla parete di controfaccia, alcuni quadretti ex voto (sei e settecenteschi) attestano il fervore devozionale verso la Madonna di San Nicolao i più belli così come la pala della Madonna liberatrice, sono oggi depositati presso il Museo d'arte di Mendrisio.

 

A cura del "Consiglio Parrocchiale di Mendrisio", gennaio 2004